The drawn-out discussion of videogames as art took a significant step in May last year when the National Endowment for the Arts in the United States added digital games to their list of financially supported art forms. It placed games in the category of Arts in Media among “documentaries and dramatic narratives; media created for theatrical release; performance programs; artistic segments for use within existing series; multi-part webisodes; installations; and short films”. This context defines the nature of videogame art – generally thought of in terms of expression through narration and performance – relatively well.
Pissing in the Fountain: Videogames and Expressive Performance
La voce del sonnambulismo contemporaneo
Nel tentativo di seguire le orme dello storico successo di Street Fighter II, gli sviluppatori della Midway Games Inc. finirono, loro malgrado, per costringere l’opinione pubblica ad affrontare il problema dell’impatto sociale dei contenuti dei prodotti per l’intrattenimento digitale.
CriticalCity Upload. Intervista a Augusto Pirovano e Matteo Uguzzoni
CriticalCity Upload è prima di tutto un progetto di trasformazione urbana concepito in chiave creativa. Se si volesse cucirgli addosso un’etichetta sarebbe quella di urban transformation game, ramificazione della numerosa famiglia dei pervasive games. Il progetto nasce da un’idea di Augusto Pirovano e Matteo Battaglia e già al suo stadio germinale godeva di un carattere fondamentale ovvero stimolare la creatività dei più giovani coinvolgendoli in un gioco che avesse luogo nelle loro città.
Prosumer e star dei videogiochi
Su molti server di World of Warcraft ci sono toon (“personaggi” pilotati dal giocatore) “famosi”. Il caso più significativo è quello di Kungen (cioè “re”, toon del giocatore svedese Thomas Bengtsson, leader prima dei Nihilum poi di un’altra celebre gilda, Ensidia. Questa peculiare fama settoriale è certamente legata alla struttura degli MMORPG, al loro essere basati su una specifica forma di socializzazione. Tuttavia ci si potrebbe chiedere: il giocatore capace di guidare un suo toon fino alla “celebrità” è un “produttore”? Un prosumer? Certo, non è “produttore” del software. Qui è in questione qualcosa di molto diverso.
Gioco e Tecnologia. Elementi chiave per una nuova pedagogia museale
Gli spazi museali, da luoghi visitati esclusivamente durante le gite scolastiche, in orario scolastico, a supporto di una didattica tradizionale, sono oggi visitati in una buona percentuale nei week-end da diverse tipologie di pubblico, tra cui spicca la fascia di pubblico giovane (8 – 14 anni) che viene liberamente al museo, non più solo in orario strettamente scolastico, ma anche nel proprio tempo libero, trascinando al proprio seguito anche la famiglia intera. In questi nuovi spazi di didattica, la cognizione diventa un elemento distribuito e interattivo e si caratterizza per essere molto più partecipativa e coinvolgente rispetto ai musei classici.
Getglue e Miso. La gamification contagia il consumo televisivo
Lo spettatore da tempo non dorme più sonni tranquilli sul divano. La figura del couch potato è oramai un lontano ricordo, e negli anni al pubblico televisivo è stato chiesto di partecipare attivamente alle trasmissioni in modi diversi: attraverso il televoto, le telefonate e i giochi in studio, i sondaggi via sms, i forum dei fan, l’invio di contenuti autoprodotti. E gli utenti hanno sempre risposto, a dimostrare l’affezione che li lega indissolubilmente a questo medium.